Vito Bologna

Vito Bologna

Poesie

 

Il mese delle rose

Dopo aprile si sa viene maggio

il mese delle rose e di Maria
ogni poeta prende coraggio
e sul mese scrive una poesia

nell'osteria dentro il borgo vecchio
cinque vecchietti giocano a tre sette
uno fa segnali toccandosi l'orecchio
l'altro toglie gli occhiali e poi li rimette

la piazza grande è addobbata a festa
a spasso donzelle in cerca di marito
una di loro toccandosi la testa
si guarda in giro sperando in un invito

è mezzanotte e in piazza il menestrello
si gira attorno non ha più spettatori
spegne la luce e toglie il cartello
anche le giostre spengono i motori

scende la luna, lento sale il sole
il gallo solitario canta all'aurora
il poeta scrive le ultime parole
guarda il letto è giunta la sua ora.

 

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Una rosa di maggio

La Chiesa Madre suona la campana
mi sveglio, solo tu non mi sei vicina
sono sette anni che mi sei lontana,
lo so che non sei più la mia "bambina"

Era il mese d'aprile quando una sera
mi promettesti amore e fedeltà per la vita
ma poi venne maggio con la primavera
e insieme a lui, per sempre sei partita

I primi tempi tante lettere d'amore
"Ti amo troppo non ti so scordare,
gonfio di lacrime piange il mio cuore,
fra le tue braccia voglio ritornare "

Il tempo passo in fretta anima mia
il corpo vuole pure la sua parte
a un tipo allegro e di buona compagnia
presto vi si aprono tutte le porte.

Non sei la stessa ed ora ti vergogni
in un minuto cambia tutta la tua vita
hai distrutto tutti i tuoi sogni
per una storia che è già finita.

Torna da me che pronto ho il perdono
non startene tutta sola a soffrire
non ho un nome, io sono nessuno
però ho un cuore che t'ama da morire.

Dalla Chiesa Madre suona la campana
un suono lento che a pregare invita
tu che eri sola e tanto lontana
per la vergogna ti sei tolta la vita

La gente prega per te, anima mia,
mi abbraccia e mi fa coraggio.
Per te ho scritto prosa e poesia
te le regalo, con una rosa di maggio.

 

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