Poesie
Brevi pensieri veneziani
Il muro già mi sporca
di colore, gratta l'intonaco
pare grosso zucchero.
Le punte dei miei piedi
sempre veloci
tra ponti e calli
e poi ancora ponti.
Medito sollevata ai barbacani
le lunghe tele sporche impolverate.
Nel giardino dei Rezzònico
piccoli aranci pendulano
nell'umile dolce aroma siciliano
che si confonde - perso-
nel grano salino dal canale.
Il mare qua
ripiglia sempre tutto.
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Dal ghiacciaio fracido - preghiera moderna
Dio, mi hai fatta sola
destinata alla cima del Velo della Madonna
mentre arrampicavo dal ghiacciaio
già fradicio d'agosto
e Tu c'eri
E mi volevi sola.
Questa essenza che scorre
come Senna e Tamigi
Tevere e Danubio
penetrati nelle città dei sentimenti
e dei tuguri,
entro le rive scongiurate
delle vite coraggiose e beffate.
Vita che si riposa all'amore
delle campagne chete
e dei porti per morire al mare
avanti a pescherecci.
Già lo sapevi che cosa scrivevi
per me, o Dio.
Ora ti chiedo : vieni tu
alla mia cena, sta sera stessa
Tu Elohim
Tu Adonai
Tu Signore
che nel momento del parto
soffiasti Acquario davanti al lido
e Venezia fremette in una tempesta
di neve.
Neve, nevischio, aculei di ghiaccio
sopra la mia culla
sarei diventata la tua figlia
con il cuore in fusione.
Di questo sono destinata a cantare
se nulla mi sfiora
davanti alla fresca aria della sera
che non sia il Tuo passare
a lato della mia spalla.