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Alfonso Gatto

 

A Mio Padre

Se mi tornassi questa sera accanto

lungo la via dove scende l'ombra

azzurra già che sembra primavera,

per dirti quanto è buio il mondo e come

ai nostri sogni libertà s'accenda

di speranze di poveri di cielo,

io troverei un pianto da bambino

e gli occhi aperti di sorriso, neri

neri come le rondini del mare. 

Mi basterebbe che tu fossi vivo,

un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.

Ora alla terra è un'ombra la memoria

della tua voce che diceva ai figli:

"Com'è bella la notte e com'è buona

ad amarci così con l'aria in piena

fin dentro al sonno". Tu vedevi il mondo

nel plenilunio sporgente a quel cielo,

gli uomini incamminati verso l'alba.

 

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Osteria Flegrea 

Come assidua di nulla al nulla assorta 

la luce della polvere! La porta 

al verde oscilla, l' improvvisa vampa 

del soffio è breve. 

 

Fissa il gufo 

l' invidia della vita, 

l' immemore che beve 

nella pergola azzurra del suo tufo 

ed al sereno della morte invita

 

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Mahatma Gandhi

 

Un Dono

Prendi un sorriso,

regalalo a chi non l'ha mai avuto.

Prendi un raggio di sole,

fallo volare là dove regna la notte.

Scopri una sorgente,

fa bagnare chi vive nel fango.

Prendi una lacrima,

posala sul volto di chi non ha pianto.

Prendi il coraggio,

mettilo nell'animo di chi non sa lottare.

Scopri la vita,

raccontala a chi non sa capirla.

Prendi la speranza,

e vivi nella sua luce.

Prendi la bontà,

e donala a chi non sa donare.

Scopri l'amore,

e fallo conoscere al mondo

 

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Essere Un Fratello

In tutta umiltà mi sforzerò

di essere buono, amante del vero, onesto e puro;

di non tenere con me niente di cui non ho bisogno;

di meritare, con il mio lavoro, il mio salario;

di stare sempre attento a quel che bevo e mangio;

di essere sempre coraggioso;

di rispettare le altre religioni proprio come la mia,

e di cercare di veder sempre del bene nel mio prossimo, 

di seguire fedelmente lo svadeshi

e di essere un fratello per tutti i miei fratelli.

 

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Federico Garcia Lorca

 

Luna

La luna venne alla fucina 

col suo sellino di nardi. 

Il bambino la guarda,guarda. 

Il bambino la sta guardando. 

Nell'aria commossa 

la luna muove le sue braccia 

e mostra, lubrica e pura 

i suoi seni di stagno duro. 

Fuggi luna, luna. 

Se venissero i gitani 

farebbero con il tuo cuore 

collane e bianchi anelli. 

Bambino, lasciami ballare. 

Quando arriveranno i gitani, 

ti troveranno sull'incudine 

con gli occhietti chiusi. 

Fuggi luna, luna, luna. 

che già sento i loro cavalli. 

Bambino, lasciamo, non calpestare 

il mio albore inamidato. 

Il cavaliere si avvicinava 

suonando il tamburo del piano. 

Nella fucina il bambino 

ha gli occhi chiusi 

Per l'uliveto venivano, 

bronzo e sogno, i gitani. 

Le teste alzate 

e gli occhi chiusi 

come canta il gufo, 

ah, come canta sull'albero! 

Nel cielo va la luna 

con un bimbo per mano 

Nella fucina piangono 

gridano i gitani. 

Il vento la veglia, veglia. 

Il vento la sta vegliando.

 

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Piaghe d'Amore

La luce, questo fuoco che divora.

Questo paesaggio grigio che m'attornia.

Questa pena per una sola idea.

Quest'angoscia di cielo, terra e d'ora.

 

Questo pianto di sangue che decora

lira senza timbro, torcia senza presa

Questo peso del mare che mi frusta.

Questo scorpione che attende entro di me.

 

Ghirlanda d'amore, letto di ferito

sono e di insonne, sogno la presenza

tua nel fondo in rovina del mio petto;

 

e se ricerco una vetta di prudenza

il tuo cuore mi dà una valle densa

di cicuta e passione d'aspra scienza.

 

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 Kablil Gibran 

 

Non sono né un artista né un poeta.

Ho trascorso i miei giorni scrivendo e dipingendo,

ma non sono in sintonia 

con i miei giorni e le mie notti.

Sono una nube,

una nube che si confonde con gli oggetti,

ma ad essi mai si unisce.

Sono una nube,

e nella nube è la mia solitudine,

la mia fame e la mia sete.

La calamità è che la nube, la mia realtà,

anela di udire qualcun altro che dica:

<

ma siamo due, insieme,

e io so chi sei tu>>

 

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Camminavo sulla sabbia. Bassa marea.

E giù, oltre, la curva, scrissi un verso sulla sabbia.
E in quel verso scrissi quel che la mia mente pensava
e ciò che la mia anima desiderava.
E quando la marea fu alta,
ritornai, ancora, su quel lido,
e di ciò che avevo scritto nulla trovai.
trovai solo i segni del bastone di uno che aveva lì camminato da cieco