A Mio Padre
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l'ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni libertà s'accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un'ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
"Com'è bella la notte e com'è buona
ad amarci così con l'aria in piena
fin dentro al sonno". Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgente a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l'alba.
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Osteria Flegrea
Come assidua di nulla al nulla assorta
la luce della polvere! La porta
al verde oscilla, l' improvvisa vampa
del soffio è breve.
Fissa il gufo
l' invidia della vita,
l' immemore che beve
nella pergola azzurra del suo tufo
ed al sereno della morte invita
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Un Dono
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo
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Essere Un Fratello
In tutta umiltà mi sforzerò
di essere buono, amante del vero, onesto e puro;
di non tenere con me niente di cui non ho bisogno;
di meritare, con il mio lavoro, il mio salario;
di stare sempre attento a quel che bevo e mangio;
di essere sempre coraggioso;
di rispettare le altre religioni proprio come la mia,
e di cercare di veder sempre del bene nel mio prossimo,
di seguire fedelmente lo svadeshi
e di essere un fratello per tutti i miei fratelli.
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Luna
La luna venne alla fucina
col suo sellino di nardi.
Il bambino la guarda,guarda.
Il bambino la sta guardando.
Nell'aria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrica e pura
i suoi seni di stagno duro.
Fuggi luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero con il tuo cuore
collane e bianchi anelli.
Bambino, lasciami ballare.
Quando arriveranno i gitani,
ti troveranno sull'incudine
con gli occhietti chiusi.
Fuggi luna, luna, luna.
che già sento i loro cavalli.
Bambino, lasciamo, non calpestare
il mio albore inamidato.
Il cavaliere si avvicinava
suonando il tamburo del piano.
Nella fucina il bambino
ha gli occhi chiusi
Per l'uliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
Le teste alzate
e gli occhi chiusi
come canta il gufo,
ah, come canta sull'albero!
Nel cielo va la luna
con un bimbo per mano
Nella fucina piangono
gridano i gitani.
Il vento la veglia, veglia.
Il vento la sta vegliando.
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Piaghe d'Amore
La luce, questo fuoco che divora.
Questo paesaggio grigio che m'attornia.
Questa pena per una sola idea.
Quest'angoscia di cielo, terra e d'ora.
Questo pianto di sangue che decora
lira senza timbro, torcia senza presa
Questo peso del mare che mi frusta.
Questo scorpione che attende entro di me.
Ghirlanda d'amore, letto di ferito
sono e di insonne, sogno la presenza
tua nel fondo in rovina del mio petto;
e se ricerco una vetta di prudenza
il tuo cuore mi dà una valle densa
di cicuta e passione d'aspra scienza.
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Non sono né un artista né un poeta.
Ho trascorso i miei giorni scrivendo e dipingendo,
ma non sono in sintonia
con i miei giorni e le mie notti.
Sono una nube,
una nube che si confonde con gli oggetti,
ma ad essi mai si unisce.
Sono una nube,
e nella nube è la mia solitudine,
la mia fame e la mia sete.
La calamità è che la nube, la mia realtà,
anela di udire qualcun altro che dica:
<
ma siamo due, insieme,
e io so chi sei tu>>
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Camminavo sulla sabbia. Bassa marea.
E giù, oltre, la curva, scrissi un verso sulla sabbia.
E in quel verso scrissi quel che la mia mente pensava
e ciò che la mia anima desiderava.
E quando la marea fu alta,
ritornai, ancora, su quel lido,
e di ciò che avevo scritto nulla trovai.
trovai solo i segni del bastone di uno che aveva lì camminato da cieco